La fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate è un istituto che, a dispetto della sua scarsa notorietà, nella pratica viene molto utilizzato.
Ciò che suggerisce l’opportunità di avvalersi di tale garanzia è la sussistenza, in capo ad una persona o ad una società, di un debito d’imposta verso tale ente, il cui pagamento viene ad essere appunto effettuato tramite la rateizzazione delle cartelle esattoriali.
Trattasi dunque di una garanzia correlata alla possibilità concessa al debitore di rateizzare il pagamento nel tempo, anziché versare interamente l’importo.
E’ proprio nel profilarsi di tale prima scelta che entra in gioco la fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate, che tale ente richiede, se l’importo è superiore a 10000 Euro, a maggior garanzia dell’estinzione del debito d’imposta.
Qual’è la logica sottesa all’istituto
La ragione per la quale si richiede questa forma di garanzia, quella appunto sottesa alla fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate, è quella di godere di un’adeguata copertura che sia in grado di sanare la possibile inadempienza del debitore nei confronti dei gravami pendenti verso lo Stato.
In tal caso sarà il garante -in altri termini il soggetto o la società che emette la fideiussione- ad estinguerlo per esso a copertura e compensazione.
Rimborso del credito d’IVA
Una delle questioni più controverse, ma di recente analizzate e meglio disciplinate dal nostro legislatore, è quella che investe l’ottenimento del rimborso del credito IVA correlato alla fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate, sia annuale che trimestrale, per il quale il contribuente deve fornire alcune garanzie, fatta salva l’ipotesi, a dir vero rara nella prassi, che non sia espressamente esonerato.
L’art. 38-bis, D.P.R. 633/1972, stabilisce con chiarezza che la garanzia debba essere necessariamente prestata “contestualmente all’esecuzione del rimborso”.
La garanzia, in tal caso, può consistere in una:
cauzione in titoli di Stato;
fideiussione rilasciata da istituto di credito o azienda;
istituto o impresa di assicurazione autorizzata, mediante polizza, all’esercizio della proprietà in materia di cauzioni.
Fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate: alcuni aspetti soggettivi
L’interrogativo che, a buon diritto, maggiormente ci si pone in materia di fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate è quello che investe la figura del fideiussore.
Chi può fare da garante? Che caratteristiche soggettive e oggettive deve questi possedere?
Fideiussore può essere, molto semplicemente, un amico o un parente che intende aiutare il debitore.
Il requisito previsto ex lege è che questi goda di un reddito dimostrabile, delle proprietà immobiliari ed una buona storia creditizia. Chiariamo questo ultimo aspetto, a volte spinoso, controverso e di difficile interpretazione: godere di una buona situazione creditizia, in materia di fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate, significa poter dimostrare di aver contratto dei debiti prontamente poi restituiti e di non essere iscritto nelle banche dati come cattivo pagatore.
Quando rivolgersi ad enti specifici
Atteso che adempiere alle proprie obbligazioni, specie in questi tempi segnati da una profonda crisi, rappresenta un rischio davvero reale, sarà bene evitare di coinvolgere al momento di godere della fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate amici o parenti, onde vedere minimizzata la probabilità di vedere incrinati, in proseguo, i propri rapporti.
E’ bene preferire, nel caso si presagisca all’orizzonte qualche difficoltà ad adempiere alla propria prestazione, il ricorso a banche, a società assicurative o a quelle finanziarie specializzate, nate sul mercato proprio al proposito di favorire il ricorso alla fideiussione a favore dell’Agenzia delle Entrate senza “effetti collaterali”.